Unanimi i commenti: grandioso!

Si chiamano hot links, ma non hanno nulla a che vedere col le "Linee calde" care ai fanatici del 144. Sone le "finestre" aperte sull'universo del cyberspazio che consentono di evadere dall'angusto spazio di un articolo per accedere ad altre fonti di conoscenza, al mondo delle immagini e dei suoni. Sono parole colorate in rosso o in blu, piccoli segni che fanno la differenza tra un semplice articolo visualizzato sullo schermo e un "testo ipermediale". Ed è grazie a questi contatti caldi che l'Unione Sarda trasmessa sulla rete informatica di Internet è diventato qualcosa di più di un semplice giornale trasmesso via computer. Se il quotidiano stampato a Cagliari venisse semplicemente visualizzato sugli schermi di un Pc, fosse anche in capo al mondo, tutto ciò non stupirebbe più di tanto. Le attuali tecnologie consentono, senza troppi problemi, di ottenere questo risultato. Se tutti i giornali del mondo preferiscono conservare la tradizionale veste in carta stampata, è solamente per una questione di costi: un giornale informatico sarebbe sì molto comodo e consentirebbe di guadagnare nuovi lettori (a chi non farebbe piacere leggere di buon mattino il suo giornale preferito senza dover andare a comprarlo in edicola?), ma avrebbe un prezzo decisamente troppo alto. Ciò premesso è doveroso precisare che i maggiori gruppi editoriali stanno investendo somme ingenti per acquisire tecnologie in campo multimediale nel cui ambito, inevitabilmente, uscirà il giornale del futuro.
Ciò che differenzia l'Unione informatizzato dagli altri quotidiani che hanno intrapreso questa strada, sta proprio in quegli hot links di cui si parlava all'inizio. Centrando col cursore le parole colorate di rosso o di blu, è possibile accedere ad altri testi, estranei al giornale, vedere altre immagini, filmati, sentire suoni. Grazie a queste "finestre", è come se, assieme al giornale, venissero distribuiti un televisore e un impianto stereo. Tutto ciò si chiama «giornale ipermediale». E l'Unione Sarda, grazie al Crs4 e ai tre "cervelli" che hanno lavorato sul progetto (Reinier van Kleij, Francesco Ruggiero e Pietro Zanarini) è uno dei pochi al mondo a possedere la tecnologia.
Come è stato commentato tra gli addetti ai lavori questo risultato?
Internet è la rete telematica attraverso la quale il giornale viene diffuso per il mondo. E questa "autostrada" telematica è la stessa alla quale sono collegati quasi tutti i centri di ricerca e le università del pianeta. E tra chi ladra in questi istituti che vanno cercati i circa duemila lettore che l'Unione ipermediale raccoglie in un solo giorno, in Italia e nel resto del mondo (dato ottenuto considerando che, mediamente, lo leggano poco meno di due persone per ciascuno degli oltre mille computer collegati). La curiosità ha certo la sua parte, ma non mancano i ricercatori italiani all'estero che, grazie a questa opportunità, riescono a creare un insperato cordone ombelicale con la patria. Un centinaio sono i messaggi che, via mail (un altro dei servizi possibili nel cyberspazio) sono stati spediti al Giornale. Molti si limitano a chiedere maggiori informazioni, altri suggeriscono piccole varianti, c'è chi, dall'altra parte del mondo, approfitta dell'opportunità per ricordare le vacanze fatte proprio in Sardegna e c'è persino uno statunitense che si è inserito on-line per offrire la sua collaborazione come giornalista.
«Idea grandiosa. Potessimo averlo a Milano!» ha scritto un ricercatore del Dipartimento del Dipartimento di Scienza dell'Informazione dell'Università lombarda. Sullo stesso tenore il messaggio di Vladimiro Sassone del Dipartimento di Scienze informatiche dell'università danese di Aarhus: «Eccellente iniziativa, bravi». Sempre dalla Danimarca, Niels Mork, della scuola danese di giornalismo commenta con un «very good» e aggiunge che avrà il piacere di mostrare il quotidiano sardo agli studenti e ai visitatori della scuola. Dal Dipartimento di Fisica dell'università di Costanza (germani), Andrea Ferrante invia i suoi complimenti assieme alla proposta di estendere l'iniziativa anche ad altri giornali. Kathy Valladares del college di Giornalismo e Comunicazione dell'Università della Florida propone d inserire il giornale in un'edicola elettronica. Michael Greenhalgh, dell'Australian National University scrive testualmente: «Felicitazioni sul suo quotidiano on-line, che m'ha molto piaciuto».
Dal canada scrive Efraim Halfon: «E' un paicere arrivare qui in istituto e leggere un giornale direttamente dall'Italia. L'anno scorso abbiamo preso in affitto la villa a Cala Pira ed è bello sapere che cosa succede giornalmente a Villasimius e dintorni». «E' incredibile! sono dall'altra parte del mondo e riesco a leggere l'Unione Sarda» scrive da Portland, negli Usa, Marino Duregon. Da Seattle, l'ingegnere napoletano Michele Miele (da 14 anni negli States, moglie americana e due figli) scrive per comunicare la piacevole sorpresa quando , per puro caso, un collega ha scoperto l'Unione Sarda su Internet.
Ma la novità maggiore arriva dal continente più remoto del pianeta.
«La possibilità di avere un quotidiano in Antartide - scrive Sergio Pillon, coordinatore per la telematica del Programma nazionale di ricerche in Antartide - mi è sembrata piuttosto interessante anche per gli aspetti psicologici che comporta». E propone l'adozione di una serie di accorgimenti tecnici per consentire agli oltre duecento scienziati italiani che trascorrono sei mesi l'anno al Polo Sud di poter ricevere quotidianamente il giornale.
La Sardegna è on-line nell'universo del Cyberspazio.
A.P.