PRESENTAZIONE

1) Con il luglio 1993 prende il via l'inaugurazione della prima 
sezione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari nella nuo-
va sede della Cittadella dei Musei.
 
L'esposizione museale é limitata alla prima sala del piano terra 
e avrà i caratteri di una "mostra" compendiaria dei fatti culturali 
intervenuti nell'Isola dal Neolitico antico all'alto Medioevo, così
da riflettere in parte, e in forma esemplificativa, i legami di tradi-
zione culturale con la precedente sede di Piazza Indipendenza, 
già impostata, nel modello di origine, a valenza e con contenuti di 
metro regionalistico.
 
L'allestimento dei restanti tre piani espositivi sarà onere e com-
pito immediatamente sucessivo all'inaugurazione, mentre la mate-
ria in esposizione sarà riferita ai territori di competenza, le pro-
vince di Cagliari e Oristano. Tempi e modi dell'operazione sono 
ovviamente collegati con la disponibilità dei finanziamenti straor-
dinari e della programmazione ordinaria del Ministero.
 
Il ricomporre il quadro espositivo nella nuova sede della Citta-
della é di certo un'operazione delicata e complessa, in quanto ri-
cerca di rapporti fra i reperti e di questi ultimi con le volumetrie 
museali, in armonia con la funzione esplicativa della "mostra" e 
dei contesti materiali dei territori richiamati in causa.
 
I sussidi grafici su pannelli, elaborati in riferimento alle singole 
vetrine, introdurranno il "vocabolario parlato", di ausilio al visita-
tore: un ribadire l'esigenza della fruizione sociale su un orizzonte 
dilatato del godimento pubblico, giprevisto come obiettivo di 
fondo della L. 1089/1939, di tutela delle cose di interesse artisti-
co e storico.
 
2)Il trapasso museale da Piazza Indipendenza nella sede espo-
sitiva dell'ex Regio Arsenale avviene in un momento di riconver-
sione degli obiettivi e della funzione del sistema museale naziona-
le, di cui l'episodio di bella architettura della Cittadella costituisce 
un segmento non irrilevante, per l'interesse architettonico e per la 
proiezione dinamica connessa con la medesima operazione.
 
Il Museo Archeologico Nazionale cambia sede, non sito, rima-
nendo cio` incastonato entro la piazzaforte di Castello, il Ca-
strum Karalis, come a ribadire il rapporto di coesione vincolante 
con il "luogo alto" e con i segni peculiarmente distintivi del siste-
ma urbano, delineandosi poi osservatorio e laboratorio all'interno 
di una struttura unitaria e polivalente, nel disegno della legge fi-
nanziaria regionale 15 maggio 1959, n. 11. Come é noto, essa fu 
protesa a comporre la sintesi degli Istituti Universitari di Anti-
chità Archeologia e Arte (oggi Dipartimento), insieme con il 
Museo Etnografico Regionale e la Galleria Comunale d'Arte, ol-
tre che con il Museo Archeologico Nazionale e la Pinacoteca, 
quest'ultima emanazione della Soprintendenza ai Beni Ambienta-
li, Architettonici, Artistici e Storici, cosí da coniugare dunque 
strutture museali e ricerca, per comuni intese, secondo quanto 
peraltro previsto nella convenzione stipulata il 7 luglio 1986, fra il 
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e l'Università di Ca-
gliari.
 
Il progetto di riconversione investe, anche e in primo luogo, i 
tre momenti del sotto-sistema Museo, preordinati all'analisi dei 
modi articolati della tutela, cio' protesi verso le attivitá di manu-
tenzione, restauro e documentazione, cosí pure alla conoscenza 
ed al perfezionamento dei modi della comunicazione e da ultimo, 
in direzione del terzo sotto-sistema del Museo riferito all'area dei 
servizi e della promozione dei beni culturali, temi, quest'ultimi,
che hanno accelerato l'emergere prepotente della crisi di identità 
della struttura museo (Sisinni, 1992).
 
E' ben noto come i tre sotto-sistemi abbiano prodotto nel 
1990-1991 la predisposizione del disegno di Legge Covatta dal 
cui insieme sistemico si  originata la legge Ronchey n. 4 del 14 
gennaio 1993, rivolta a dare esito di promozione culturale ed 
economica alle entit museali dello Stato, con l'introduzione dei 
noti servizi aggiuntivi di fruizione sociale, aperti all'imprenditoria 
privata, secondo le norme gi elaborate del Regolamento di at-
tuazione dell'art. 4, ora in corso di esame e di eventuale approva-
zione da parte del Consiglio di Stato.
 
3) I modi della tutela dei beni archeologici, le forme della co-
municazione, la promozione dell'area dei servizi sono i temi sfida 
nel processo di crescita della Soprintendenza Archeologica e del 
futuro nuovo Museo Archeologico Nazionale, vuoi per produrre 
organicità di funzioni interne alla materia, vuoi perché la stessa 
materia archeologica si proietti nella conversione sociale aprendo 
temi di relazione e di reciprocità, oltre che con il territorio extra-
urbano, in primo luogo con la città capoluogo, della quale la re-
altà museale  contenitore ideale e pregnante "signaculum memo-
riae".
Questo perché "Il Museo italiano é la città italiana. La città ita-
liana, quest'ultima città possibile prima della sua rovina,  di fatto 
un museo... 
Nessun moralismo: siamo soltanto convinti che il 
Museo sia una delle pochissime difese contro la necrosi della 
città, intesa anche come comunità sociale". (Emiliani, 1992).



                   Vincenzo Santoni
              Soprintendente Archeologo Reggente
  
BIBLIOGRAFIA

F. SISINNI, Presentazione, in ll Museo, Rivista del sistema musea-
le italiano, n. 0 - 1992, pagg. 1-8.
 
A. EMILIANI, Proposte per il Museo italiano, in ll Museo, cit. 
pagg. 11-23.